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Le rovine di Tharros

La prima volta

Ricordo vagamente la prima volta che mi è mancato il fiato davanti alle rovine di Tharros, era estate e questo si, ed era durante una gita scolastica delle scuole medie. Non mi rendevo bene conto di dove si trovasse, la percepivo lontano da casa, ma alla fine da Sardara a lì ci vuole neanche un’ora di macchina, adesso che sono…grande lo so, anche perché ci sono tornata più volte ad ammirare quello che è uno dei tanti gioielli archeologici della nostra isola.

Un luogo magico

Tharros è acquattata solitaria e silenziosa nella parte finale della Penisola del Sinis; è lambita dal mare, che si trova anche alle sue spalle, ed è sormontata dalla torre costiera di San Giovanni, da cui si può vedere uno scenario meraviglioso. E’ un luogo strano dove correnti di energia si rincorrono e ti circondano, a partire da quella esercitata dal mare: essendo infatti una lingua di terra, quando da una parte il vento agita le onde, dall’altra regna la quiete.

la penisola del sinis con la torre costiera sullo sfondo
photo credits Michele Luconi

Le rovine di Tharros ti mettono davanti millenni di storia sarda, l’emozione che ti prende quando ci cammini in mezzo è indescrivibile e quando scopri che stai mettendo i piedi lì dove li hanno messi fenici, cartaginesi, romani, non potrai fare a meno di lasciar libera la fantasia ed immaginare quello che potevano fare durante le varie epoche tutte quelle popolazioni che hai studiato sui libri di storia e che sembra quasi abbiano fatto a gara per abitare proprio lì.

I “proprietari”

I primi ad abitare la zona sono stati comunque i nuragici durante l’età del bronzo e testimonianza di ciò si trova nel punto più alto dell’area archeologica, quella che viene chiamata su Murru Mannu (il grande muso), dove ci sono i resti del loro villaggio. Poi vennero i fenici ed i cartaginesi. Infine i romani. Infine non è proprio vero però, perché dopo la caduta, ahimè, dell’impero romano d’occidente, iniziarono altre incursioni e conquiste da parte di vandali, bizantini e saraceni (hai già letto la leggenda di Joneto e Zulemma?) Diciamo che se la disputavano proprio! E come dargli torto… In ultimo (stavolta davvero!) fu capitale del giudicato di Arborea.

Alla scoperta

E ti ritrovi quindi a passeggiare tra grosse pietre nuragiche, ma anche tra i resti dei numerosi templi romani come quello che più salta all’occhio delle due colonne coi capitelli dorici. Tra l’età repubblicana e quella imperiale ci furono dei cambiamenti, le strade furono lastricate, furono costruiti gli acquedotti e le immancabili terme, tre impianti termali proprio a ridosso del mare, mica male eh.

le due colonne dell'area archeologica di tharros con la torre costiera sullo sfondo
Una visita guidata particolare

L’associazione Mare Calmo di Oristano propone una visita molto interessante all’area archeologica e alla necropoli che si trova poco distante, una visita inusuale che include non solo il racconto e la storia del luogo, ma mette anche in scena la rievocazione dei riti funerari tipici dell’età fenicia prima e di quella punica poi; un modo per entrare ancora più in profondità nella vita quotidiana di popolazioni intimamente legate al culto dei morti. Insomma, un evento da non perdere!

la necropoli punica dell'area archeologica di tharros, penisola del sinis

Ti lascio con questo video di assoluta bellezza, solo immagini e il rumore del mare, concediti poco più di un minuto per guardarlo e fammi sapere nei commenti se ti è piaciuto

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